mercoledì 12 maggio 2010

Torino nichilista, barocca, folle


Prosegue su La Stampa l'elegia per immagini di Matteo Pericoli, stavolta con un testo di Giuseppe Culicchia (che si alterna a Gambarotta). E ci si innamora.

"Un giorno, mi sono detto guardando fuori da questa finestra da cui malgrado l’avvento delle automobili continuo a vedere un cavallo, sarà legato al mio nome il ricordo di qualcosa di enorme. E non pensavo certo all’abbraccio di un altro cavallo, ma a una crisi, quale mai si era vista sulla terra, la più profonda collisione della coscienza, una decisione evocata contro tutto ciò che finora è stato creduto, preteso, consacrato.
Io, mi sono detto, vedendo oltre al cavallo la mia immagine riflessa, non sono un uomo, sono dinamite. Sono stato Budda fra gli indiani, Dioniso in Grecia. Mi sono incarnato in Alessandro e in Cesare. Alla fine, sono stato anche Voltaire e Napoleone, forse persino Richard Wagner. Sono anche stato crocifisso. Ma questa volta sono nelle vesti di Dioniso vittorioso, e sulla terra sarà un giorno di festa. So bene che secondo la leggenda proprio qui a Torino, mentre scrivevo Ecce Homo, sarei diventato pazzo.

Ma la vita non è cento volte troppo corta per annoiarsi?
Senza contare che la pazzia è nei singoli qualcosa di raro, ma nei gruppi, nei partiti, nei popoli e nei tempi è la regola: ormai ve ne sarete accorti, basta scorrere i titoli delle gazzette.
Come dite? Sono bugiardi?

Ma non siete proprio voi ad aver bisogno della menzogna per vivere?"

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails