sabato 1 maggio 2010

Festa della Mamma Privilegiata

Corriere.it di oggi, estratto di un'intervista a Mariastella Gelmini che uscirà domani su Io Donna:

Però le donne normali che lavorano dopo il parto sono costrette a stare a casa.
Lo giudico un privilegio.

Un privilegio? Non è un diritto?
Una donna normale deve certo dotarsi di una buona dose di ottimismo, per lei è più difficile, lo so; so che è complicato conciliare il lavoro con la maternità, ma penso che siano poche quelle che possono davvero permettersi di stare a casa per mesi. Bisogna accettare di fare sacrifici.


Ecco.
Io lo so che l'intervista ha un taglio strano, che pare fatta apposta per enfatizzare la naturale antipatia del personaggio, che certamente è un poco manipolata anche perchè domani è il primo maggio, etc. etc.
E so anche quanto è bello lavorare, e quanto è bello farlo da madre, quasi meglio di prima per certi versi (il sollievo del lunedì mattina quando finalmente torni a relazionarti con persone di altezza superiore al metro, non ha prezzo!).

Eppure devo impegnarmi a tirare due grossi, profondi respiri (benchè pur nella mia condizione di privilegio non abbia avuto granchè tempo di fare yoga pre e post parto, ma correndo come una pazza tra casa, ufficio, nido, baby sitter, nonni, pediatra un po' di fiato me lo sono fatto) per commentare l'ineffabile Mariastella Gelmini che domani ci rallegra il Primo Maggio (su Io Donna, anticipata oggi sul Corriere)con le sue considerazioni sulla maternità per una donna che lavora.

Cominciamo dal considerare per l'ennesima volta che il senso della parola "legalità" nel partito dell'amore è molto ampio ed elastico: immagino il Ministro sia un dipendente del MInistero e non un libero professionata; ora, se tale è, la legge prevede l'astensione dal lavoro per due mesi dopo il parto, ti piaccia o no.

Passati i due mesi, se riesci a superare il critical path del "Questo bimbo a chi lo do" in cui -lasciamo da parte i risvolti fisici, emotivi, psicologici, economici- devi trovare la quadra dell'avere il tempo per lavorare cercando o di infilare la creatura in asili nido pubblici (possibilità: bassine), privati (possibilità: ottime, costo: parecchio), o nonni (se ci sono, se sono disponibili, se non hanno le loro vite cui correre dietro); ecco, se ce la fai a tornare a lavorare DAVVERO SEI UNA PRIVILEGIATA.

Se invece lavori on line e i funzionari del ministero vengono direttamente a casa tua per le firme, se puoi fregartene della legge e tornare al lavoro dopo 10 gg portando la pupa con te (sì perchè la creatura non è una borsetta, ci soffri se è lontana -oltre al disagio del perdere latte dai capezzoli che sul lavoro non è proprio un incentivo alla carriera), verosimilmente con la nursery alla buvette e al ministero, ecco, se puoi fare questo io sono felice per te, Mariastella.

Ma per favore, per quanto io sia dotata di una enorme dose di ottimismo avendo consapevolmente deciso di procreare, non dare a me della privilegiata.
Ho semplicemente rispettato la legge.

(Hei ce l'ho fatta! Neanche una parolaccia!)

1 commento:

  1. Sai cosa sto facendo in questo momento... E me lo godo, perché il balletto di "chi me la tiene" inizierà solo dopo l'estate.
    Me lo godo perché e' un regalo conquistato
    Me lo godo e non penso ai privilegi

    Paola e Zoe

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