mercoledì 31 marzo 2010

Figlie e nuore

Dal Blog di Galatea


Figlie e nuore. Il luminoso futuro delle donne e della società tutta nei piani di Silvio.
30 marzo 2010

Per un attimo, l’effetto è stato quello di essere capitata per sbaglio dentro una macchina del tempo: la voce che sentivo doveva provenire da molto lontano, da un imprecisato passato dalle parti degli anni ‘50, meglio ancora dei ‘30, fatto di signorine grandi firme che s’apprestavano a diventare signore bene appena indossato un anello.

Invece no, era la conferenza stampa con cui Berlusconi illustrava quanto il suo governo aveva fatto ed ancora farà per i giovani. Non una cartolina del passato, dunque, ma il racconto di un luminoso futuro da situare attorno al 2020. Che il nostro amato Premier, accompagnato dalla sorridente ministra delle Gioventù, Giorgia Meloni, ha così sintetizzato in un impeto di descrizione poetica: “Il patto intergenerazionale che vogliamo promuovere è una famiglia in cui la generazione dei nonni aiuta ad accudire i nipoti, per permettere ai neogenitori di rimanere sul mercato del lavoro. In cambio, figlie e nuore si prenderanno cura degli anziani quando diventeranno non autosufficienti”.

Dunque, ragioniamo un attimo, fatemi capire. Noi ci stiamo avviando verso un sistema economico globale, in cui saremo in diretta concorrenza con paesi molto più agguerriti di noi, che hanno investito da anni nella ricerca e nella qualificazione del personale a tutti i livelli somme ingenti; un mondo in cui le intelligenze saranno il bene più prezioso, e i cervelli in grado di fare innovazione contesi sul mercato: siano essi cervelli femminili o maschili, saranno cervelli in movimento. Un mondo in cui sarà sempre più importante per il singolo poter cambiare rapidamente città, paese, magari incarico, quindi essere slegato mentalmente ma soprattutto praticamente da tutti quei vincoli materiali che potrebbero penalizzarlo (tipo: “Oh, cazzo, potrei accettare un lavoro migliore a Firenze, ma non posso andarci perché non saprei come fare a gestire il pupo, se non ho mia madre vicina che me lo tiene!”). E la proposta di sviluppo che il Premier mi mette dinnanzi agli occhi, qual è? Asili nido, scuole con orario pomeridiano allungato, servizi sociali diffusi sul territorio e di facile accesso? No. Un universo chiuso in cui la giovane coppia a momenti fa fatica persino a cambiare quartiere, perché è legata alla figura dei nonni che devono fare da babysitter, dato che, se mamma e papà vogliono continuare a lavorare, devono avere a disposizione loro, gli anziani di casa, che vadano a scuola a prendere i pupi, li sorveglino nel pomeriggio, li accudiscano quando solo ammalati. Altrimenti salta tutto. Non è ben chiaro quando i nonni troveranno il tempo di farlo, peraltro, questo servizio sociale gratuito alle nuove generazioni: se lavoreranno anche loro fino a 65anni, infatti, i figli avranno bambini piccoli quando i nonni saranno ancora nel pieno dell’attività, e avranno disponibile, grasso che cola, forse la pausa pranzo. E allora, Silvio, spiegamelo un po’, il pupo chi me lo guarda?

Ma se dal punto di vista dei servizi a giovani siamo nella cacca fino al collo, è addirittura meraviglioso quanto si prospetta per gli anziani: a prendersi cura dei nonni ormai inservibili per fungere da baby sitter perché condannati al pannolone saranno, udite udite, figlie e nuore. Cazzo, meno male! Mi pare giusto! Figlie e nuore, infatti, sono donne, pardon, femmine: mica è pensabile che abbiano qualche lavoro di responsabilità, che facciano chessò, il medico, l’avvocato, l’imprenditrice, il libero professionista. I figli, maschi, non possono lasciare il loro lavoro per accudire i vecchi infermi, le figlie e le nuore sì, che cavolo avranno mai da fare d’altro nella vita? Potranno tranquillamente licenziarsi dai loro lavoretti part time, che tengono di certo solo per una forma di autogratificazione personale, mica perché in famiglia per tirare avanti ci vuole un doppio stipendio: a portare i soldi a casa ci pensa il marito, loro possono mollare tutto e fare l’infermiera o la badante al nonno che sbavacchia e abbisogna di cambiar catetere ogni dieci minuti! Se poi una è figlia unica e anche nuora, e rischia perciò di ritrovarsi ad accudire, magari contemporaneamente, i genitori del marito e quelli suoi, meglio ancora: avrà una vita piena di gratificazioni, volete mettere? E sapete l’enorme vantaggio che ne avrà la società tutta, quando magari stuoli di brave cardiologhe, architette, biologhe, imprenditrici, negozianti o anche solo diligenti spazzine dovranno piantare in asso i loro lavori ed i loro incarichi e licenziarsi per andare a badare a mamme e papà confinati a letto perché non c’è un cazzo di struttura pubblica che sia in grado di prendersi cura di loro! Economicamente parlando, una meraviglia: centinaia di lavoratori con competenze specifiche che vengono buttate nel cesso, perché il “patto fra generazioni” di Silvio ha della società una idea che dire solo arcaica è quasi un atto di ingiustificato ottimismo, dato la definizione più corretta sarebbe “al di fuori di ogni realtà”.

Preparatevi, questo vi prepara Silvio ed il suo illuminato Governo per il 2020. Fa così schifo, nonostante il sorriso della ministra Meloni, che c’è a sperare che i Maya sul 2012 ci abbian preso.

http://ilnuovomondodigalatea.wordpress.com/2010/03/30/figlie-e-nuore-il-luminoso-futuro-delle-donne-e-della-societa-tutta-nei-piani-di-silvio/

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