lunedì 1 marzo 2010

Via Lipperini

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Venerdì di Repubblica, 26 febbraio 20101

Paola Zanuttini intervista Philip Roth

Per caso, è insoddisfatto anche da Barack Obama? Da un’intervista a un quotidiano italiano, Libero, risulta che lo trova persino antipatico, oltre che inconcludente e assopito nei meccanismi del potere.“Ma io non ho mai detto una cosa del genere. E’ grottesco. Scandaloso. E’ tutto il contrario di quello che penso. Considero Obama fantastico. E trovo che l’attacco che gli stanno sferrando i repubblicani è molto simile a quello subito da Roosevelt al suo primo mandato. E’ la destra più stupida mobilitata da Sarah Palin. Agitano la bufala dell’atto di nascita che dimostrerebbe che è nato in Kenya. E trovano ascolto. Sotto c’è il problema della razza, della pelle. Sono molto seccato per queste dichiarazioni che mi vengono attribuite: non ho mai parlato con questo Libero. Smentisca tutto. Ora chiamo il mio agente”. Chiama il suo agente, che gli filtra tutti i contatti: nell’agenda delle interviste passate e future non risulta nè Libero nè il nome dell’intervistatore. Roth attacca e poi chiede cosa vuol dire Libero in inglese. Traduco. “Vuol dire che questi sono liberi di fare tutto quelli che gli pare?"


Repubblica, cultura, sabato 20 febbraio 2010

Sabato, sull’inserto culturale di Repubblica, c’era un bell’articolo di Giorgio Falco. Nell’ambito di un tema condiviso - in sintesi, la ricerca ossessiva di visibilità - Falco proponeva un corso di fallimento:
“Se dovessi programmare un corso di qualsiasi cosa, metterei nel programma la sezione intitolata: Sistematizzare la naturale propensione al fallimento. Se per esempio vuoi iscriverti a un corso di scrittura, partecipa a un corso base di francese per principianti, uno di quei corsi comunali serali, frequentati soprattutto da donne e uomini tra i quaranta e i cinquant’anni, che sono lì alla ricerca di un risarcimento esistenziale per i torti subiti: un matrimonio finito, un padre leggendario appena morto, il senso di imbarazzo provato l’estate precedente, durante una settimana a Parigi. Queste cose accadono anche in un corso di scrittura, ma se vuoi proprio scrivere, ad esempio, mi pare sempre perfetto l’insegnamento di un grande autore a proposito della formazione di uno scrittore: prima perdi tempo, fai altro”.
Fai altro, non concentrarti su te stesso. Giustissimo.

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