venerdì 26 febbraio 2010

Lezioni di Storia

Lezioni di Storia
Torino e il Piemonte. Gli anni della nostra storia
In nove lezioni magistrali gli uomini, le idee, gli eventi che hanno dato il volto al Piemonte e alla Torino di oggi

Dopo il successo di Roma, Firenze, Milano le Lezioni di Storia approdano sotto la Mole. Tema del ciclo: Torino e il Piemonte. Gli anni della nostra storia.
Per 9 domeniche dal 15 novembre fino al 21 marzo 2010 alle 11.00, al Teatro Carignano, 9 studiosi di prestigio racconteranno 9 date della storia di Torino e del Piemonte, individuate per la loro forza simbolica.
Dalla fondazione della città, alla crociata contro Fra’ Dolcino, dalla rivolta dei Tuchini al massacro dei Valdesi, dall’assedio di Torino alla vicenda umana e sociale di Don Bosco fino ai tumulti ottocenteschi di Piazza San Carlo, per arrivare al Novecento con la Resistenza in Piemonte e la marcia dei quarantamila.
9 lezioni per raccontare lo spirito di un territorio così come si è manifestato nelle varie epoche, ma anche come esso si sia innervato nell’intera storia del nostro paese.
Introdotti da Alessandra Perera Andrea Giardina, Grado Merlo, Alessandro Barbero, Miguel Gotor, Walter Barberis, Francesco Traniello, Umberto Levra, Marco Revelli, Giovanni De Luna volgeranno lo sguardo all’indietro su una città ed una regione che hanno contribuito alla costruzione della nostra identità nazionale. Si tratta di un grande evento aperto al pubblico − l’ingresso è infatti libero fino ad esaurimento posti − che coniuga il rigore e la passione intellettuale con la leggerezza di linguaggi comunicativi brillanti e coinvolgenti.
9 appuntamenti imperdibili con la storia. Imperdibili perchè − così come ha scritto Jacques Le Goff − «per meglio comprendere il presente è importante conoscere il passato: possiamo così sapere in che cosa ne siamo gli eredi ed in cosa ce ne differenziamo.»
L’iniziativa promossa dalla Regione Piemonte, dal Comune di Torino ideata e progettata dagli Editori Laterza è organizzata dal Circolo dei Lettori in collaborazione con La Stampa e il Teatro Stabile di Torino. Partner dell’iniziativa Intesa Sanpaolo.

TORINO E IL PIEMONTE. GLI ANNI DELLA NOSTRA STORIA
Il Calendario

domenica 15 novembre 2009
Augusto fonda Torino

Andrea Giardina

Quando, in un anno non noto, Augusto fonda la colonia di Torino, Roma domina ormai l’Italia da vari secoli e da molto tempo è la più grande potenza del Mediterraneo e dell’Europa continentale. Le guerre civili che avevano esaurito la repubblica si sono spente e il mondo romano è governato da un principe potente e venerato. La decisione di fondare quella colonia sembra dunque dipendere da un’esigenza di ordine, quasi una ricerca di simmetria imposta dalla pace. La storia di Torino e del Piemonte in quel periodo non offre né eventi né personaggi sensazionali e a qualcuno potrebbe apparire come un angolo appartato fuori dal palcoscenico della grande storia. Ma sarebbe un’impressione superficiale, il risultato di uno sguardo frettoloso. Anche se non attraversate da venti tempestosi, quelle vicende sono affascinanti perché parlano di popoli e di culture, di paesaggi in trasformazione e del drammatico dialogo tra il singolare e il plurale, tra Roma e l’Italia.

Andrea Giardina insegna Storia romana presso l’Istituto di Scienze Umane di Firenze.

domenica 22 novembre 2009
1306 La ‘crociata’ contro gli eretici di Fra’ Dolcino

Grado Merlo

Figlio di un prete novarese, seguace del movimento pauperistico degli apostoli, Dolcino nel 1303 invia ai ‘veri credenti’ tre lettere encicliche in cui annuncia che i tempi stanno per cambiare e che la Chiesa ‘carnale’ lascerà il posto ai ‘viri spirituali’. Ma il suo appello a Federico III d’Aragona perché intervenga contro il papa rimane inascoltato e nel 1305 Papa Clemente V bandisce una crociata contro di lui. Nel 1307 Dolcino, rifugiatosi con i seguaci nelle montagne settentrionali del Piemonte, viene catturato e messo al rogo.Con la sua morte si chiudono due secoli in cui i movimenti riformatori – come catari e valdesi – avevano rivendicato la centralità dell’esperienza religiosa fuori dall’istituzione cattolica e si apre il secolo della chiesa di Avignone, aristocratica e raffinata. Ma il mito di Dolcino, frate ribelle e capo popolo, attraverso Dante percorrerà i secoli, arrivando fino ai socialisti del Novecento.

Grado Merlo insegna Storia del cristianesimo presso l’Università degli studi di Milano.

domenica 6 dicembre 2009
1377 La rivolta dei Tuchini

Alessandro Barbero

Fra il 1386 e il 1391 il Canavese è il teatro della più importante ribellione contadina nella storia dell’Italia medievale, ancor oggi celebrata nel folclore locale: la rivolta dei Tuchini. Molte decine di comunità rurali, compatte sotto la guida dei loro notabili, espellono con violenza (ma facendo pochissimi morti) i signori dai loro castelli. Per cinque anni si governano da sole, negoziando febbrilmente con il conte di Savoia e il marchese di Monferrato per ottenere il riconoscimento delle loro rivendicazioni di alleggerimento degli oneri signorili. Un esempio sbalorditivo di come le insurrezioni dei rustici nel Medioevo non siano frutto della disperazione e della fame, né di un impossibile sogno di palingenesi sociale, ma gesti consapevolmente politici, che mirano a scopi precisi e, come in questo caso, possono perfino far fronte alla repressione e alle impiccagioni, e registrare, a conti fatti, un certo successo.

Alessandro Barbero insegna Storia medievale presso l’Università del Piemonte orientale.

domenica 20 dicembre 2009
1655 Il massacro dei Valdesi nelle “Pasque piemontesi”

Miguel Gotor

Durante la reggenza di Maria Cristina di Borbone-Francia i rapporti con la comunità valdese del ducato di Savoia subiscono un brusco peggioramento. Lo scontro intestino tra l’autorità del governo centrale e i fratelli di Vittorio Amedeo, che aspirano alla reggenza, induce i contendenti a ricercare il sostegno della Chiesa cattolica e ad appoggiare una politica di repressione per «estirpare l’eresia dalle valli».

Nell’aprile 1655, durante le cosiddette «Pasque piemontesi», le truppe mettono a ferro e a fuoco la Val Pellice compiendo massacri di civili, stupri, torture e costringendo i valdesi ad abiurare la loro fede. La vicenda suscita un grande clamore internazionale che favorisce una soluzione diplomatica del conflitto con la concessione delle Patenti di Grazia nell’agosto 1655, ma il ricordo dell’eroica resistenza valdese rimane a lungo indimenticato.

Miguel Gotor insegna Storia moderna presso l’Università degli studi di Torino.

domenica 24 gennaio 2010
1706 L’assedio di Torino e la nascita del regno di Sardegna

Walter Barberis

Nel 1706 si conclude l’assedio con cui gli eserciti di Luigi XIV di Francia avevano tentato di forzare la resistenza della città di Torino e di far capitolare il ducato di Savoia. A salvare il Piemonte concorre una serie di circostanze, non ultime l’esplosione della mina che uccide Pietro Micca, occludendo una galleria sotterranea di accesso alla città, e il provvidenziale appoggio delle armate imperiali condotte dal principe Eugenio. Ma fra le ragioni di fondo della resistenza di Torino vi è qualcosa di più radicato e distintivo della storia piemontese: una organizzazione statale di stampo europeo, una solidarietà civica fra ceti diversi, una finanza che salda interessi pubblici e privati, una cultura militare e tecnologica. Ovvero la cifra di una modernità che si sarebbe rivelata appieno nel corso dell’Otto e del Novecento.

Walter Barberis insegna Metodologia della ricerca storica presso l’Università degli studi di Torino.

domenica 7 febbraio 2010
1859 Don Bosco fonda la Congregazione dei Salesiani

Francesco Traniello

Dal 1854 il sacerdote Giovanni Bosco pone le fondamenta della Società dei Salesiani che cinque anni dopo diventa una vera e propria Congregazione religiosa, costituita da sacerdoti e laici, dedicata in particolare alla tutela e all’educazione degli adolescenti a rischio. Negli anni successivi gli oratori e gli istituti salesiani si sviluppano numerosi in Italia e nel mondo, concentrando l’attenzione sulla scuola, la divulgazione attraverso la stampa, e in genere sulla formazione professionale e culturale dei ceti popolari. L’opera di Don Bosco nasce e si diffonde in una fase storica caratterizzata da una forte spinta alla laicizzazione delle istituzioni pubbliche: tra l’altro, nel 1855, era stata approvata in Piemonte la cosiddetta ‘legge sui frati’ con cui il governo Cavour aveva sciolto i principali ordini religiosi operanti nello Stato sabaudo. Ma la sfida dei salesiani si rivolgeva anche alle istituzioni ecclesiastiche, rivendicando, grazie ad un rapporto diretto con il Papa, una forte indipendenza dall’episcopato e in genere dalle strutture territoriali della Chiesa cattolica.

Francesco Traniello è professore fuori ruolo di Storia Contemporanea presso l’Università degli studi di Torino.

domenica 21 febbraio 2010
1864 I tumulti di piazza San Carlo

Umberto Levra

A Torino in due giorni, 21 e 22 settembre 1864, alcune imponenti ma spontanee e disarmate manifestazioni lasciano sul selciato delle due piazze principali, Castello e San Carlo, e nelle vie adiacenti, 52 morti e 159 feriti. È il più grave eccidio dell’intero secolo. Il 18 settembre la “Gazzetta del Popolo” aveva dato notizia del trasferimento entro sei mesi della capitale da Torino a Firenze. La perdita del ruolo a favore di Roma era una certezza ma la cosa non appariva immediata. E Firenze non è Roma.

La sollevazione della piazza contro le istituzioni segna la fine di un’epoca, una cesura drammatica nella storia e nell’identità cittadina, e alimenta a lungo un rancore per il mancato riconoscimento della sua primazia risorgimentale. Si spezza la simbiosi tra la città, la dinastia regnante e lo Stato, vengono messi in crisi l’espansione nei settori produttivi, nel commercio, nella finanza e l’ imponente programma di opere pubbliche messo in campo. All’improvviso, dal 1864, Torino deve ridisegnare il proprio modello: da città di servizi a città della scienza prima e, a trent’anni di distanza, dell’industria.

Umberto Levra insegna Storia del Risorgimento presso l’Università degli studi di Torino.

domenica 7 marzo 2010
1943 La Resistenza in Piemonte

Marco Revelli

Il 12 settembre 1943 Livio Bianco e Duccio Galimberti, con altri dieci compagni, salgono in montagna per costituire il nucleo originario della banda Italia libera: l’embrione della prima formazione partigiana, politicamente orientata e militarmente organizzata, del Piemonte e probabilmente d’Italia. Stabilitasi a Paralup, borgata quasi disabitata a 1400 metri di quota, essa costituisce un microcosmo attraverso cui analizzare i molti aspetti della Resistenza in montagna: il meccanismo della scelta, innanzitutto, che porta decine di migliaia di giovani, nello sfacelo delle istituzioni e nel naufragio della ‘Patria’, a mettere in gioco la propria vita. La composizione generazionale e sociale di quel gruppo che rapidamente supera il centinaio di uomini. E poi la quotidianità in condizioni ambientali estreme. I rapporti, non sempre facili, con la popolazione. L’universo morale e i dilemmi esistenziali. Il nesso tra la ‘grande storia’ della vicenda nazionale e la ‘piccola storia’ – ma lunga e densa – delle popolazioni montanare.

Marco Revelli insegna Scienza della politica presso l’Università del Piemonte orientale.

domenica 21 marzo 2010
1980 La marcia dei quarantamila

Giovanni De Luna

Il 10 settembre1980 la Fiat annuncia 14.469 licenziamenti; la protesta dei sindacati e degli operai è immediata, con scioperi massicci, picchetti ai cancelli, comizi e cortei. ll 26 settembre, Enrico Berlinguer, a Mirafiori, testimonia la sua solidarietà agli operai in lotta. A tutti è chiaro che si tratta di una resa dei conti definitiva: sono in gioco il ruolo del sindacato in fabbrica, la sua capacità di difendere i livelli occupazionali e di incidere sull’organizzazione del lavoro. Il 6 ottobre la Fiat mette in cassa integrazione 26 mila dipendenti. Il 14 ottobre il Coordinamento dei capi e dei quadri intermedi organizza un’assemblea contro gli operai in sciopero, per ribadire fedeltà all’azienda. La ‘marcia dei 40 mila’ attraversa le strade di una città silenziosa e prostrata. Due giorni dopo, tutto è finito, l’azienda ha mano libera: 36 sono i mesi di cassa integrazione per 24 mila lavoratori. Dei 102.508 dipendenti che nel 1979 costituivano l’organico della Fiat Auto in Piemonte, ne restano nel 1984 55.398. La Fiat ha vinto, il sindacato e gli operai sono stati sconfitti. Torino è costretta a cambiare pelle, avviandosi lungo le rotte sconosciute della società postindustriale.

Giovanni De Luna insegna Storia contemporanea presso l’Università degli studi di Torino.


http://www.circololettori.it/lezioni-di-storia/

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails